Lo hanno scoperto, obbligati, i giapponesi. Per gli orientali vita dura in tempi di risparmio energetico. Dopo l’incidente di Fukushima, che ha messo fuori gioco uno dei reattori nucleari, la società elettrica monopolista ha chiesto ai cittadini di ridurre del 15% il loro consumo energetico fissando la temperatura dei condizionatori a 28°C.
Negli uffici dove spesso le finestre sono ermeticamente chiuse e dove quindi l’aria condizionata è necessaria per poter lavorare senza patire il feroce caldo di quest’estate, gli impiegati hanno reagito subito cambiando il proprio modo di vestire sul posto di lavoro. Facendo del bene a se stessi e all’ambiente.
Quelli più disagiati, a pensarci, sono spesso i maschietti. In molti ambienti di lavoro, è d’obbligo vestire l’abito con tanto di camicia, severamente abbottonata fino al colletto, e giacca: estate o inverno, non importa. Un abbigliamento che, seppur elegante, non aiuta né la comodità né tantomeno la regolazione della temperatura del corpo, soprattutto a fronte delle temperature estreme che si raggiungono in questi ultimi anni. In Giappone stanno andando a ruba linee di abbigliamento casual adatte all’ambiente lavorativo, in modo da poter ridurre almeno in parte l’impiego eccessivo dei condizionatori.