Giganteschi fiori rossi e una grande collina verde hanno completamente cambiato l’aspetto dell’asettica piazza dedicata ad Alighiero Boetti, antistante il Maxxi, museo nazionale di arte contemporanea a Roma. Tutto merito di Whatami, installazione dello studio romano stARTT inaugurata a giugno e visitabile fino alla fine di ottobre, che ha trasformato un’area praticamente di passaggio in uno spazio fruibile a disposizione del pubblico, vivibile in ogni momento della giornata sia come area relax che come luogo di incontro e tribuna verde per un ricco programma di eventi nelle serate estive.
Tutto è iniziato con un concorso indetto dal Maxxi di Roma in collaborazione col MOMA di New York per la realizzazione di un’installazione temporanea destinata appunto alla piazza del museo romano e finalizzato a promuovere il lavoro di giovani progettisti.
Il progetto vincitore, ideato dallo studio stARTT, è composto da una grande collina fissa alta 2 metri destinata al relax, sulla quale ‘sbocciano’ 18 fiori in acciaio e vetroresina rossa alti 5 metri che di giorno garantiscono zone d’ombra mentre di sera diventano fonti di luce che illuminano questo paesaggio artificiale. La collina principale è affiancata da 7 piccole isole mobili, montate su ruote, che possono essere spostate e posizionate liberamente e da uno specchio di acqua corrente.
La collina e le isole sono state costruite su uno scheletro di balle di fieno e terra, rivestito da 700 mq di prato lavato. Al termine dell’estate, tutti i materiali naturali impiegati per Whatami torneranno al loro luogo d’origine mentre i fiori tecnologici saranno ricollocati in altri luoghi della città, come parchi e aree-gioco delle scuole romane. Un progetto affascinante dunque ma anche attento all’ambiente e al riciclo.
Un’ultima cosa, nel caso qualcuno si chiedesse il significato della strana parola “whatami” che no, non è giapponese…
Il gioco compositivo delle isole di Whatami vuole essere un omaggio a John Spilsbury che nel 1767 inventò il primo puzzle, incollando una mappa del mondo su una tavola di legno e ritagliando poi ogni nazione. Questo puzzle veniva usato nelle scuole per insegnare la geografia, invitando gli studenti a ricomporre la mappa. Da questo prototipo derivarono poi puzzle di ogni genere, fabbricati industrialmente, che presero il nome di ‘What am I?’ Allo stesso tempo Whatami si rivela un omaggio anche all’artista Alighiero Boetti, al quale è dedicata la piazza, e alle sue famose Mappe ricamate.
Qui l’interessante diario fotografico del cantiere, con la realizzazione del progetto Whatami seguito giorno per giorno: Whatamiproject.blogspot.com
Il sito dello Studio Startt: www.startt.it
Luisella Rosa