Petra: in mezzo al deserto una città di acqua e fiori

Chi visita l’antichissima città di Petra in Giordania si stupisce per le sfumature rosse e rosa della pietra arenaria in cui la città è scolpita. Degli incredibili colori dell’alba e del tramonto sulle pareti e tra i canyon. Ma non è preparato a vedere fiori in mezzo al deserto. Eppure è proprio quello che gli antichi abitanti, i Nabatei, erano riusciti ad ottenere. E non parliamo solo degli stupendi cespugli di oleandri rosa che ancora oggi punteggiano il percorso verso “la città di pietra”. Grazie ad una grande perizia nell’arte idraulica e ingegneristica, questo popolo di nomadi, che aveva scelto quel sabbioso angolo tra le rocce a strapiombo come propria capitale, ha creato più di duemila anni fa una delle opere più particolari che si possano trovare nella storia del Medio-Oriente. Continua a leggere



Cosa seminare a gennaio in vaso? Carote rotonde!

Orto sul terrazzo, orto sul balcone: se ne parla tanto ma poi, passare al concreto, ci troviamo a chiederci: “Ok, voglio provare ma… da dove comincio?” Per noi gente di città, l’0rto non è materia immediata e meno ancora lo sono le operazioni che un tradizionale orto in terra richiede. Negli appartamenti si dispone di spazi diversi e piccoli, per giunta. Ma sta a noi considerare questo dato di fatto come un ostacolo o come un’opportunità! Per esempio, il pianerottolo è un’area protetta che può essere utile per i novelli ortobalconauti urbani: può ospitare un paio di vasi che lì in casa proprio non ci stanno. Un’idea per seminare qualcosa adesso mentre fuori fa ancora troppo freddo? Le carote! Magari scegliendo quelle con la radice corta e arrotondataContinua a leggere



Creato il riso post-tsunami che resiste all’acqua salata

Lo tsunami del marzo 2011 ha contaminato terreni (ricordate i girasoli anti-radiazioni?) e innondato di acqua salata e fanghi oltre 20mila ettari di risaie giapponesi, rendendo impossibile coltivarle. I giapponesi allora hanno intrappreso ricerche per risolvere il problema, cercando un modo per rendere nuovamente produttive quelle risaie. E i risultati stanno arrivando.

Secondo la notizia pubblicata sulla rivista Nature Biotechnology, il gruppo di ricerca anglo-giapponese coordinato da Ryohei Terauchi dell’Iwate Biotechnology Research Centre ha sviluppato, grazie all’ingegnieria genetica, delle piante di riso in grado di adattarsi alle nuove condizioni di salinità di quei terreni. Continua a leggere