Fragole lucane, asparagi dalla Sardegna, carciofo romanesco sono arrivati sui banchi dei supermercati con oltre un mese di anticipo. Lo segnala la Coldiretti monitorando frutta e verdura dai campi agli scaffali a meno di un mese dalla fine di un inverno che “sulla base dei dati Ucea relativi alla prima decade, sembra non essere mai iniziato”. Dopo il mese di gennaio con 1,2 gradi in più della media, febbraio ha fatto registrare temperature minime superiori di ben 3,5 gradi: risultato? I raccolti delle coltivazioni si stanno accavallando a causa delle maturazioni anticipate, portando nei mercati prodotti “fuori stagione”, le cosiddette primizie, ad un prezzo particolarmente conveniente.
Del resto la conseguenza di questo clima così mite è immediatamente percepibile: basta fare un giro fuori città per vedere primule, viole e margherite già fiorite nei prati mentre nei campi mandorli e albicocchi sono in fiore e negli orti broccoli, cavolfiori e cime di rapa tardive sono diventate precoci. In generale, continua Coldiretti, “tutte le piante da frutto si sono ‘risvegliate’ in forte anticipo rispetto all’arrivo della primavera”.
Ma nel Belpaese stiamo assistendo ad una vera e propria tropicalizzazione che sta lentamente cambiando anche i frutti e gli ortaggi che coltiviamo. Per effetto cambiamenti climatici, segnala Coldiretti, “la coltivazione dell’ulivo in Italia è arrivata a ridosso delle Alpi mentre nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee. Una situazione che ha avuto effetti straordinari in Sicilia dove si coltivano i primi avocado Made in Italy a Giarre ai piedi dell’Etna mentre a Palermo si riescono addirittura produrre le prime banane nostrane“.