Il valore del paesaggio diventa prova di maturità

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Il Ponte di Rakotz a Kromlau Park, Germania

Il paesaggio diventa traccia d’esame. Quest’anno, tra i quesiti posti ai ragazzi che devono affrontare la maturità, ce n’è uno che chiede agli esaminandi qual è il valore del paesaggio. Potremmo vederla come una piccola grande rivoluzione. In Italia si sta cominciando dunque a pensare che è fondamentale per le nuove generazioni conoscere e capire quanto sia importante il patrimonio ambientale, territoriale, culturale e storico di cui il Belpaese è tanto ricco quanto poco consapevole. La novità è stata salutata con grande soddisfazione da parte di Letizia Monti, Presidente dell’Aiapp, Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio, da poco reduce dalla chiusura di Ifla, il Congresso Internazionale tenutosi al Lingotto di Torino a cui hanno preso parte oltre mille architetti e paesaggisti provenienti da 60 paesi. Ifla2016 si è concluso con un “Manifesto del Paesaggio”, da accompagnare nelle sue fasi di trasformazione per aumentarne la fruibilità trasformandolo in un patrimonio condiviso.

La traccia della maturità prende spunto da un discorso tenuto da Vittorio Sgarbi durante le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia al Presidente Napolitano che esortava le istituzioni a rispettare e difendere il paesaggio italiano in quanto legato intimamente alle vicende storico-culturali del nostro paese. Il tema è stato il più gettonato dai maturandi, come riporta il Ministero dell’Istruzione. Ma perché il paesaggio è tanto importante?

Letizia Monti ricorda che l’Italia nel 2000 ha firmato la “Convenzione europea del paesaggio” dove è chiaramente espresso che “il paesaggio coopera all’elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’identità europea” e “rappresenta un elemento chiave del benessere individuale e sociale, e che la sua salvaguardia, la sua gestione e la sua pianificazione comportano diritti e responsabilità per ciascun individuo”. Non si tratta dunque di cosa di poco conto.

In pratica l’Italia e l’Europa si sono impegnate a promuovere non solo la salvaguardia, ma anche la gestione e la pianificazione dei paesaggi (non uno, ma tanti e differenti!), con la coscienza che ciò che ci circonda – prati, colline, laghi, mari e montagne ma anche borghi, sentieri, boschi, ponti, è parte integrante della qualità della vita. Paesaggio quindi non solo come testimonianza del passato da tutelare o come statica “cartolina”, ma elemento vivo – da “gestire e pianificare” – a cui dare forma venendo incontro ai bisogni di chi lo abita e lo segna con il suo vivere e il suo lavoro.

Astrazioni inutili? Mica tanto. Basta registrare il clamore suscitato dalla passerella di Christo sul Lago d’Iseo: l’artista ha cambiato il panorama per 15 giorni disegnando una strada che non esisteva, e tutti vogliono vederla, entrarci, camminarci dentro. Tutti vogliono sperimentare il nuovo paesaggio: un lago attraversato da una strada. Non vale forse la pena di riportare su di questo la nostra attenzione?