Si conclude oggi la due giorni del 23 e 24 settembre al Teatro Sociale di Bergamo Alta della rassegna “I Maestri del Paesaggio”, importante meeting organizzato dall’associazione Arketipos che coinvolge paesaggisti, architetti (ma anche arboricoltori, vivaisti e giardinieri) dando voce ai protagonisti del verde italiano e internazionale. Un folto pubblico ha ascoltato con grande interesse i relatori mentre illustravano progetti e realizzazioni che godono di notorietà internazionale come il Bosco Verticale di Stefano Boeri – rappresentato dalla paesaggista Laura Gatti che ne ha curato l’aspetto agronomico – e il giardino che ha vinto quest’anno la medaglia per il “Best in Show” al Chelsea Flower Show di Londra presentato sul palco bergamasco da Andy Sturgeon, il paesaggista che lo ha ideato. Ma oltre ai personaggi che spiccano, altri relatori hanno intrigato la platea con metodi e punti di vista innovativi, come gli architetti francesi James e Helen Basson o la paesaggista americana Lisa Delplace, portatori dei valori a cui si ispirano gli Wild Garden, letteralmente i giardini selvaggi.
Quello che rivelano gli ospiti e i relatori del Meeting internazionale dei Maestri del Paesaggio è che il modo di vedere gli spazi verdi, siano essi quelli di pertinenza di una casa o di un condominio, oppure piccoli o grandi parchi pubblici, sta sicuramente cambiando e attraversando un’evoluzione vivace e intrigante, ricca di nuovi stimoli. Il titolo della rassegna del resto lo fa capire espressamente: “Wild Landscape“. Il paesaggismo sta insomma superando l’idea del giardino formale dove gli italiani sono sempre stati maestri e quello di giardino inglese, frutto di un controllo attento dell’elemento vegetale per colore e tessiture e di una manutenzione al limite del maniacale, per sposare una visione fortemente contaminata dall’osservazione della natura e dalla volontà di creare qualcosa in cui l’uomo, seppur protagonista nell’ideazione, abbia poi mano leggera nella realizzazione e soprattutto nella manutenzione sul lungo periodo, concepita come sostenibile sia dal punto di vista ecologico che da quello economico.
Nascono così giardini che non sembrano tali: vedere le foto di quelli – che potremmo definire naturalistici – realizzati dai due Basson fa piazza pulita di qualsiasi spazio verde “progettato” abbiate in mente. Sembra semplicemente che quei giardini siano sempre stati li. Le piante vengono abbinate e collocate riproducendo i meccanismi osservati in angoli naturali privi di intervento umano, tenendo come riferimento per la quantità di ogni specie una statistica matematica rilevata dall’ambiente naturale. Si opta per specie vegetali capaci di crescere con poca acqua e quasi nessuna cura.
E sullo stesso orizzonte si colloca il lavoro dell’americana Delplace, ideatrice del layout del Chicago Botanic Garden, che lavora nel solco del Nuovo Giardino Americano, il “New American Prairie Garden”, dove lo spazio verde attinge visioni e atmosfere direttamente dalle grandi praterie americane, creando spazi verdi in cui si accetta la natura dinamica del paesaggio e il cambiamento, apportato dalle stagioni e dal tempo, è parte integrante del progetto che prevede il massiccio utilizzo di graminacee e specie perenni a bassa manutenzione.
Il sito di James e Helen Basson: www.scapedesign.com
Il sito di Oehme di Lisa Delplace: www.ovsla.com
Il sito di Maestri del Paesaggio: www.imaestridelpaesaggio.it