Rialzato e verdissimo, come fosse un edificio sospeso tra gli alberi. Sarà così il nuovo hospice pediatrico progettato da Renzo Piano a Bologna, un paradiso tra le fronde, ambientato in un bosco di 390 alberi e 5mila arbusti. In questa struttura di 4.500 mq, che sorgerà a fianco all’Ospedale Bellaria, i bimbi non più curabili o affetti da malattie rare come Charlie Gard, il piccolo inglese di 10 mesi – la cui storia in queste settimane ha commosso il mondo intero, potranno trovare un’oasi di pace tra l’amore dei propri cari, le cure palliative di medici e infermieri e la serenità e lo slancio vitale trasmesso loro dal verde.
L’hospice di Renzo Piano, progettato per la Fondazione Hospice MariaTeresa Chiantore Seragnoli, si svilupperà in più padiglioni rialzati connessi tra loro, che ospiteranno 14 camere singole e 8 appartamenti per i familiari dei piccoli degenti. La struttura, elevata su esili colonne a sei metri da terra, avrà un “cuore” verde, un giardino quadrangolare intorno a cui si svilupperanno i vari ambienti, perimetralmente pannellati in legno e vetrate.
Dal corpo centrale si dipartiranno collegamenti tra gli alberi con percorsi pedonali che condurranno alle varie strutture periferiche. Il piano terra si configurerà come un ampio open space con i servizi d’accoglienza. Sul tetto della struttura saranno collocate delle cellule fotovoltaiche che produrranno il 20% dell’energia necessaria.
Il cantiere partirà il prossimo autunno, ma gli alberi verranno piantati subito e già grandi (7-10 metri), in modo da guadagnare tempo sulla loro crescita. Dunque quando l’edificio verrà completato, il bosco sarà già una solida realtà e potrà così assolvere ad una funzione essenziale ovvero, secondo le parole dell’Architetto Piano, sollevare, anche fisicamente – dal dolore della malattia, e “immergere i bambini nella bellezza”.
Le piante del resto veicolano un messaggio che percepiamo da sempre: che la vita nella natura non si esaurisce mai, entra solo in un nuovo ciclo. E non c’è nessun motivo perché questo passaggio, quando inevitabile, non avvenga in strutture adeguate ai nostri bisogni e tra le amorevoli cure delle persone amate che ci accompagnano.