Grazie alla recente approvazione, proprio alla fine della scorsa legislatura, del nuovo Codice Forestale, dopo molti anni i boschi del Belpaese diventano oggetto di attenzione e non solo, anche di guadagno. Fiori&Foglie ne ha parlato con Marco Bussone, vicepresidente Uncem (Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti Montani): sotto i riflettori, l’obbligatorietà della compensazione ambientale per le aziende, che monetizzerà i vantaggi che gli alberi apportano al territorio.
Il nuovo codice forestale sta apportando una ventata di cambiamenti estremamente interessanti per i nostri boschi. Negli ultimi anni in Italia, spiega Marco Bussone di Uncem, i boschi sono cresciuti a dismisura, complice l’abbandono da parte dei proprietari dei terreni disagevoli, invadendo spesso le aree agricole. Questo tipo di bosco “spontaneo” purtroppo apporta poco valore: basta pensare che attualmente un ettaro di bosco selvatico, composto per lo più da erbe, vale solo 20 euro, a confronto con i 300 euro valorizzati per un ettaro di prato pascolo. Questo non stimola i proprietari a prendersene cura, visto che produrre legno costa troppo: l’Italia quindi, che pure ne ha bisogno, la legna per gran parte la importa da altri paesi, pagandola meno.
L’approvazione dei decreti attuativi (alcuni già pronti) del nuovo codice forestale, che poi le singole regioni dovranno declinare a seconda delle esigenze del territorio, avverrà con il nuovo governo, ma il fattore di novità è già evidente. La cosiddetta “compensazione” della C02 emessa dalle attività delle aziende non è più un gesto volontario – come era previsto fino ad ora – ma diventa obbligatoria. Gli alberi non saranno dunque solo moneta contante da morti – grazie a legno o biomassa – ma anche da vivi, in quanto fornitori di ossigeno, capacità di trattenere CO2, sostegno alla biodiversità ecc. Crediti di carbonio che, con il nuovo codice, diventano moneta sonante per la compensazione ambientale da parte delle aziende.
Ma come funziona la compensazione ambientale, esattamente?
Bussone spiega che la compensazione avviene tramite l’acquisto di crediti di carbonio, il cui valore è stabilito a livello internazionale della Borsa di Chicago. Il fattore importante contenuto nel nuovo Codice è che funziona solo con aree boscate gestite attivamente e certificate: sarà quindi un forte stimolo per amministrazioni pubbliche, così come per i privati, che saranno così spinti a prendersi cura dei propri alberi. Il meccanismo della compensazione dei cosiddetti servizi ecosistemici forniti dal bosco sarà poi stabilito dalle regioni ma, secondo Bussone, sarebbe fondamentale riconoscere un incentivo – per esempio tramite sgravi fiscali – alle aziende più virtuose che abbiano a bilancio “buone pratiche” verso l’ambiente.
Insomma, con la compensazione obbligatoria, diventerà conveniente prendere in gestione un bosco anche per mantenere vivi e in salute gli alberi.