Valorizzare il paesaggio e la cultura non è mestiere facile in Italia. Forse è per questo che il motto “Ancora non me dispero” è impresso sul Museo del Paesaggio di Verbania. Se volete aderire alla missione, amate il verde, o semplicemente vi state godendo i meravigliosi scenari del Lago Maggiore, in mostra fino a settembre alla sede di Palazzo Viani Dugnani c’è Armonie Verdi, rassegna di opere pittoriche dalla Scapigliatura al Novecento, dove protagonisti sono gli scorci – alberi (pioppi, noci, betulle), laghi, fiumi e campi – di un paesaggio vissuto e trasformato dall’uomo visto con l’occhio degli artisti – da Ranzoni a Sironi, da Tosi a Soffici – del periodo tra ‘800 e ‘900.
Il Museo del Paesaggio non solo, dunque, “non dispera”, ma fa concretamente di più: con l’arte che lo ritrae, propone il territorio come tela e materiale di studio per le giovani generazioni, ricchissima risorsa da indagare e a cui applicare talento.
La rassegna “Armonie verdi” nasce dalla collaborazione tra Fondazione Cariplo e Fondazione Comunitaria del Verbano Cusio Ossola, ed è stata curata dalla storica dell’arte Elena Pontiggia e da Lucia Molino, responsabile della Collezione Cariplo.
La citazione “Ancora non me dispero”, motore per gli sforzi del Museo del Paesaggio, trae origine da un episodio curioso, a metà tra storia e leggenda. Si racconta fosse la risposta allo sgambetto del destino subito da un commerciante detto il Pallanzotto, che si era improvvidamente vantato di poter ricoprire con tessuto cremisi buona parte del Lago Maggiore. Tale boria gli costò cara: giunse infatti alle orecchie del duca Francesco Sforza, che lo obbligò a pagare di tasca sua una torre per il Castello Sforzesco di Milano, detta “la Pallanzotta”, ora non più esistente. Per tutta risposta, dopo il notevole esborso, il commerciante confermò la strafottenza con un suo motto: la spesa, in fin dei conti, non l’aveva reso poi così disperato…
Sito: www.museodelpaesaggio.it