Prato sintetico? Rota, Coldiretti: “Se lo mette un giardiniere, meglio che cambi mestiere”

Contribuiscono alle isole di calore nelle bollenti estati di città, è estremamente complicato smaltirli e, durante il loro ciclo di utilizzo, non forniscono nessuno dei servizi ecosistemici (assorbimento di CO2, produzione di ossigeno, assorbimento dell’acqua, arricchimento della biodiversità, ecc) che offre un prato vivo. Citato di fatto come pessimo esempio di verde, il tappeto di erba finta che va tanto di moda nei giardini privati, e purtroppo persino negli asili e nelle scuole – è caduto nel mirino di Alessandro Rota, presidente di Coldiretti Milano, Lodi e Monza Brianza (che conta 6mila aziende agricole) ma anche agricoltore figlio di agricoltori, che con la terra viva ci lavora ogni giorno.

Ieri, lunedì 17 giugno, in occasione della Conferenza “Florovivaismo in Lombardia: problemi e prospettive” organizzata da Assofloro, associazione di categoria di recente diventata nazionale che rappresenta 700 aziende del verde, il giovane politico ha sostenuto con energia a Palazzo Pirelli la necessità di rafforzare la defiscalizzazione a favore degli investimenti nel verde privato e nel verde pubblico.

Discorso diverso per il prato finto, sul quale Rota ha obiettato con convinzione: “Quando vedo un giardino fatto con erba sintetica, mi piange il cuore” ha affermato il Presidente di Coldiretti Milano-Lodi-Mb: “Mi piange il cuore perché, da una parte c’è la lotta alla plastica, dall’altra ci ritroviamo un giardino che aumenta il caldo, al posto che regalare refrigerio”, e conclude: “E se lo vedo fatto da un giardiniere, mi vien da dire: forse è meglio che cambi mestiere“.

Insomma, viene da pensare che se incentivare l’utilizzo nei nostri spazi di alberi, piante e fiori è così importante per la qualità della vita umana, forse sarebbe anche utile disincentivare ciò che non lo è… Ipotizzare una tassa sull’erba sintetica? E perché no, magari anche sulle siepi finte che inquinano l’ambiente con le microplastiche.