La denuncia: gli alberi piccoli in città non fanno abbastanza ombra

Furto di ombra. E di salute. Possiamo definire così la denuncia contenuta nella lettera pubblicata sulla testata Il Pescara che l’architetto Simona Barba ha inviato al giornale per segnalare che a Pescara (ma accade un po’ dovunque), “al posto dei possenti pini, o pioppi o platani, dalle grandi chiome, stanno ripiantumando in maggioranza ligustri, pruni o altri piccoli alberi, che nemmeno nei sogni riusciranno a fare il lavoro che i grandi alberi facevano per noi: abbattimento delle polveri, assorbimento di Co2, ombra vera”. Insomma, nel fuggi-fuggi di pedoni e auto che cercano rifugio dall’impietosa canicola estiva, riverberata da cemento e superfici artificiali, l’unica protezione naturale, quella della vegetazione, viene prontamente amputata. E senza speranza di un ripristino nel futuro.

Non parla di estetica, la Barba: parla di salute umana. Può una tenda sostituire un albero? Risposta negativa per l’architetto che fa parte del gruppo “SalviAmo gli Alberi”, perché l’albero, in quanto vivo, è in grado di creare un suo microclima. Così nella sua lettera prosegue: “Avete provato mai a passare sotto un tendone per il sole? Ricevete una ombra fittizia, il calore viene trasmesso dalle plastiche o stoffe utilizzate. Provate poi a passare sotto una ombra fatta dall’essere vivente albero, la temperatura è differente, trovate refrigerio, perché l’essere vivente assorbe il calore, lo utilizza per il suo ciclo vitale, abbassa la temperatura circostante. Perché l’albero, appunto, è vivo”.

E il depauperamento del patrimonio verde urbano, che non si vede solo a Pescara ma in tante altre città italiane, ha una diretta conseguenza su chi abita nei contesti urbani. Denuncia la Barba: “(…) stiamo cosi peggiorando la nostra salute, i nostri polmoni; siamo costretti a comprare più climatizzatori, che a loro volta riscalderanno ancora di più la città. La nostra città è diventata un’isola di calore, che aumentando l’energia termica sopra di essa, fa sì che maggiore sia la frequenza di eventi eccezionali. La prova? La grandine mai vista dei giorni scorsi”.

Se le giornate roventi di questa torrida estate hanno un lato positivo, forse è proprio questo: tutti quelli che d’estate lavorano o comunque trascorrono le loro giornate nelle città stanno prendendo consapevolezza di quanto – l’archittetto nel caso specifico, ma insieme a lei tanti altri, esperti, ricercatori, studiosi e professionisti, vanno dicendo da tempo: è diventato urgente incentivare la copertura verde nelle città. E non solo piantando nuovi alberi (come i famosi peri) che al massimo da adulti si alzano di pochi metri, ma anche prevedendo la messa a dimora di specie che danno vita velocemente ad alberature importanti, ovunque le condizioni lo permettano.