Il Corpo Forestale dello Stato non esiste più: verrà accorpato ad un altra Forza, probabilmente quella dei Carabinieri. E’ uno dei punti – precisamente l’Articolo 8 del Decreto Legge 1577 del Ministro Madia – che fanno parte della Riforma della Pubblica Amministrazione che oggi diventa legge, approvata stamane dal Senato: forse già a settembre seguiranno i decreti attuativi. Il punto legato al destino della Forestale nel nostro paese però sta sollevando polemiche, in primis tra gli operatori diretti della vicenda, con poca enfasi sui media. Forse perché per il cittadino comune non è molto chiaro cosa faccia esattamente la Forestale, anche se bisogna ricordare che boschi e foreste occupano quasi un terzo del territorio nazionale. E mai come in questo momento nel mondo si sta palesando la necessità di organizzazione e controllo competente in alcuni ambiti – fino a pochi anni fa considerati marginali – legati all’ambiente.
Parlando del momento presente, è attivo sul fronte degli incendi, ma in generale il Corpo Forestale si occupa (…va, ormai) di crimini ambientali: che significa lotta alle ecomafie, alle contraffazioni alimentari, salvaguardia del patrimonio verde – paesaggio, alberi monumentali, piante rare ecc. – e degli animali – antibracconaggio, maltrattamenti, protezione specie esotiche ecc. -, contrasto agli abusivismi edilizi e al traffico di rifiuti. Un know-how prezioso, soprattutto ora che l’attenzione e la sensibilità pubblica su questi ambiti si sta facendo ogni giorno più forte, a cui una riorganizzazione oculata (con competenze vere, come suggerisce Nadia Forbici di Assofloro Lombardia) potrebbe dare più giusto merito.
Ma in sintesi cosa succederà agli 8mila forestali italiani?
Si pensa di trasformarli in Carabinieri, magari destinandoli al Noe (Nucleo operativo ecologico) dove rientrerebbero anche i Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità). E qui sta uno dei problemi: in pratica i Forestali passerebbero dallo stato civile a quello militare. Il Sapaf (Sindacato Autonomo Polizia Ambientale Forestale) si ribella, e per bocca del Segretario generale Marco Moroni chiede che invece la Forestale si trasformi in una Specialità della Polizia di Stato, per diventare una vera Polizia ambientale e agroalimentare (qui l’intervista di qualche giorno fa su Intelligonews).
A giustificare il passaggio dei Forestali all’Arma la volontà da parte della politica di ridurre le spese, ottimizzando le funzioni: ma anche su questo punto si sollevano dubbi, come precisa Fabrizio Ciuffini, Segretario Generale-Cisl Fns Toscana che, dopo un’analisi di costi e benefici dati dalla soppressione del Corpo, conclude: “Nessun risparmio ma solo una spesa sbagliata“.
Insomma, la paura è che una professionalità sempre più necessaria si perda senza essere valorizzata.