Green da salotto addio, il verde punta al motore Italia

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Spesso il verde è un tema da salotto, quello di cui si parla all’ora dell’aperitivo con uno champagnino in mano. Non può essere così. Bisogna cambiare paradigma”. E’ questa la netta dichiarazione con cui l’On. Borghi ha aperto il suo discorso al Convegno per la presentazione dei disegni di legge sul verde – uno dei quali a sua firma – tenutasi a Montecitorio mercoledì 6 luglio. Se intorno al Colosseo c’è degrado e un traffico ossessivo, ha spiegato Borghi, non diventa bello il traffico ma diventa brutto il Colosseo. Questo esempio dimostra quanto si stia allargando il focus delle nuove proposte di legge per il verde che, sollecitate dal settore del vivaismo, stanno in realtà “contagiando” in positivo tantissimi altri ambiti, includendo l’ambiente nel suo senso più vasto, a partire dalle città con i suoi alberi all’edilizia, ai condomini, al verde pubblico fino alla salute, all’energia, al riscaldamento globale, al paesaggio e al consumo di suolo.

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Per Borghi queste proposte puntano ad innovare il modello produttivo italiano, che deve orientare il mercato: non si può limitarsi a seguirlo ciecamente. Agevolare le piccole e medie imprese, vero “oro” del motore Italia, vuol dire incentivare l’economia reale, non la finanza virtuale, a sostegno della domanda interna, cosa che non si fa con gli incentivi sugli elettrodomestici per esempio, prodotti e costruiti quasi tutti all’estero.

I tre disegni di legge sono forti, continua l’On. Borghi con convinzione, perché sfidano tabù, tra cui quello dei privati che vengono messi in condizione di svolgere funzioni pubbliche. A questo proposito Mauro Milillo, Consigliere economico del presidente della VI Commissione Finanze, segnala sulla stessa linea le “benefit corporation”, ovvero la possibilità per aziende private, recepita in Italia con la Legge di Stabilità a gennaio di quest’anno, di occuparsi e rinvestire in attività legate al bene comune (sociale, ambiente, commercio etico, ecc.) anche fuori dal loro core business diventando così società “ad impatto positivo”. Del resto il verde riporta l’uomo al centro della natura, aggiunge Francesco Mati Presidente del Distretto Vivaistico Pistoiese, e questa dimensione modifica fortemente modalità e valori, etici ed economici. Che il singolo cittadino possa diventare propulsivo motore di cambiamento migliorando l’ambiente che lo circonda, sia privato che pubblico, è infatti uno dei plus più notevoli di questi disegni di legge, sottolinea l’On. Edoardo Fanucci, Vice-Presidente della V Commissione Bilancio Tesoro e Programmazione, oltre al binario della collaborazione con gli enti locali e territoriali, presente in calce al provvedimento.

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Il Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Olivero allarga il tiro, facendo notare che l’attenzione del Governo va anche alla gestione delle aree boschive, tema importante e da troppo tempo trascurato, che si lega fortemente alla cura del territorio rurale così vitale per il Belpaese, fonte di enorme attrazione per il turismo e – ricorda Anna Letizia Monti rappresentante del mondo degli architetti, elemento protagonista del paesaggio (a cui si riferisce il Manifesto del Progetto di Paesaggio per uno sviluppo equo e sostenibile) al centro di una nuova sensibilità guidata dai cittadini insoddisfatti e sempre più consapevoli. Nei disegni di legge peraltro beneficerebbe degli incentivi fiscali anche la progettazione degli spazi verdi.

Il fronte verde del resto, vitale e attivo, si sta muovendo ora più che mai, raggiungendo importanti obiettivi legislativi: proprio in questi giorni, oltre al riconoscimento giuridico a livello nazionale della figura del costruttore e manutentore del verde, è stato approvato il “Collegato Agricolo”, un documento che tra l’altro stabilisce che gli sfalci e le potature del verde pubblico e privato non sono più rifiuti, ma risorsa e guadagno: da ora in poi dovranno essere reimpiegati in processi per la produzione di energia rinnovabile o in agricoltura. Inoltre sarà più veloce e facile aprire un’azienda agricola: si potrà fare nel giro di 60 giorni.

Piccoli grandi passi per trasformare il verde nella spinta che serve a far ripartire il motore dell’Italia.