E’ nato ieri il giardiniere professionista italiano: con l’approvazione del Senato, nel Belpaese finalmente la figura di chi si occupa e manutiene il verde per mestiere è stata riconosciuta giuridicamente a livello nazionale. Per fare l’avvocato ci vuole una laurea, per fare il medico pure, per fare l’insegnante anche. Ma per fare il giardiniere fino ad ora in Italia non ci voleva nulla: la scelta di prepararsi e fare corsi specialistici nelle scuole dedicate era affidata alla volontà del singolo. Da ieri non è più così: l’idoneità professionale del costruttore e manutentore del verde è stata approvata. Una nuova dignità sancita per un lavoro che in molti considerano da sempre un hobby. Cosa dunque sarà necessario da adesso in Italia per potersi definire giardinieri professionisti? Continua a leggere
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Brexit? “I giardini inglesi che se li tengano, tanto sono passati di moda”
Con questa frase lapidaria Mimma Pallavicini, giornalista del verde di lungo corso, commenta a caldo la Brexit, l’uscita dell’Inghilterra dall’Unione Europea. La notizia che ha scioccato i mercati – con una sterlina che ora viaggia in picchiata – e che è esplosa sui media increduli di un risultato dato per impossibile fino a ieri, sta maturando ripercussioni in tutti gli ambiti, anche in quello del verde. Gli inglesi, “pollici” per antonomasia, faro di civiltà nell’ambito della cultura del verde, sono da oggi extra-comunitari. Ma poco male, secondo la Pallavicini, tanto i loro giardini – dichiara serafica – sono passati di moda: fermi al periodo vittoriano, attenti solo all’estetica di specie rare e abbinamenti da designer, i giardini inglesi non rappresentano più un riferimento. “E’ tempo di guardare altrove, ai giardini tedeschi per esempio, dove si parla di sostenibilità ed ecologia”. Continua a leggere
L’ingresso di casa? Verde e profumato sotto un arco di gelsomino!
Un arco incantato che si riempie come un cielo stellato di centinaia di fiorellini con un profumo così intenso che si percepisce nettamente sin dalla strada. Un ingresso di casa o di condominio così floreale metterebbe di buonumore chiunque, non trovate? E’ la magia irresistibile del falso gelsomino, in fiore tra maggio e giugno – quindi proprio in questi giorni, capace di ricoprire superfici anche molto estese (se piantato in terra) e creare così forme vive di enorme fascino, ordinate e splendide sempre, con il bello e il cattivo tempo. Il gelsomino può così trasformarsi per noi in un arco, in un divisorio, in una siepe, creare una parete o un tunnel, rivestire una pergola, il contorno di una finestra o delle colonne. Rende bella qualunque struttura e tutto in cambio di cure minime. Continua a leggere
Nuovi studi: sono stati i faraoni i primi pollici verdi della storia
Botanici greci o romani? Naa. Piante e fiori avevano attirato l’attenzione già ai tempi delle piramidi e dei faraoni, che facevano ampio e attento uso di rimedi vegetali. Ma secondo gli ultimi studi contenuti nel saggio ‘Gli erbari dell’antico Egitto’ di Marilina Betrò, docente dell’Università di Pisa, appena pubblicato in Spagna, c’è anche di più: gli egizi avevano già osservato il mondo vegetale con approccio strutturato e “scientifico”, ed esisteva quindi già intorno alla metà del II millennio avanti Cristo una letteratura botanica con testi di riferimento. L’ipotesi dunque pone l’orologio della classificazione botanica ben più indietro degli erbari demotici, greci e copti. Continua a leggere
Rinasce il giardino di Emily Dickinson, tra poesia e fiori
Morì da reclusa e quasi sconosciuta ma oggi, 130 anni dopo, Emily Dickinson è la poetessa più amata d’America. Ma se in molti ricordano i suoi versi, pochi invece sanno che la Dickinson univa alla sua poesia una forte passione per fiori e piante, che coltivava con grande amore nel giardino e nella serra di Homstead, la sua casa ad Amherst, cittadina del New England. “La casa e il giardino erano il suo laboratorio poetico”, ha detto la direttrice del museo Jane Wald. E ora che la casa della Dickinson è diventato un museo, quel giardino sta tornando in vita ripartendo dal frutteto, dove sono stati ripiantati meli – malus ‘Baldwin’, ‘Westfield Seek-No-Further’ – e peri – pyrus ‘Winter Nelis’ – delle varietà che lei amava. L’idea è ripopolare quel giardino con i fiori che la poetessa coltivava in vita: per farlo, è in atto un scavo “archeo-botanico” nel terreno circostante la casa per recuperare semi “d’epoca” in grado di germinare di nuovo: i fiori di Emily. Continua a leggere
Scoperte più di 2mila piante nel 2015, anche con l’aiuto di Facebook
La Piccola bottega degli Orrori diventa realtà grazie ai social. Nella foto postata su Facebook da un appassionato di orchidee compariva uno strano vegetale, una pianta carnivora alta un metro e mezzo. Nel 2012 un botanico ha notato lo scatto e si è accorto che si trattava di una nuova specie di Drosera, battezzata Drosera magnifica: solo un pugno di brasiliani delle montagne di Minas Gerais dove la pianta carnivora vive, la conosceva. Ma la Drosera magnifica è solo una delle nuove piante scoperte negli ultimi anni: secondo l’autorevole Rapporto Globale sullo Stato delle Piante nel Mondo, presentato in questi giorni dai Giardini Botanici Reali di Kew, Londra, sono più di 2mila (esattamente 2.034) le nuove piante scoperte: neanche tante se, come sostengono gli esperti, circa altre 400mila ci sono ancora completamente ignote. Continua a leggere
Brutto tempo? In città servono i giardini della pioggia
Strade che si trasformano in ruscelli, scoli e tombini intasati dalla troppa acqua, prati talmente bagnati da diventare piccole paludi. La città non reagisce bene agli eccessi di acqua piovana che si sono fatti più frequenti negli ultimi anni anche alle nostre latitudini. Le piante però possono fornire una soluzione, esteticamente gradevole e soprattutto efficiente, grazie ai cosiddetti “rain gardens” ovvero giardini della pioggia. Si tratta di aiuole create in leggeri avvallamenti il cui il substrato è costituito in gran parte da materiale fortemente drenante come la ghiaia, che viene popolato di piante a bassissima manutenzione. L’acqua scorre all’interno dell’area verde e viene filtrata, ripulendosi da gran parte degli inquinanti raccolti dai tetti e dalle superfici solide, per poi scorrere via in profondità verso la falda. Continua a leggere