Dal Festival di Sanremo ai campi di zucchine: il Maestro Vessicchio fa “musica verde”

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Incantate sembrano immobili, tese ad ascoltare: e lui le osserva cercando di capire che tipo di musica preferiscano. Non stiamo parlando di una platea rapita dall’armonia delle note musicali, ma di un campo di zucchine “in ascolto”. E tra foglie e frutti, è nientemeno che il Maestro Vessicchio a dirigere la musica. Ebbene sì, anche il Direttore d’Orchestra del Festival della Canzone italiana ha un lato nascosto: ed è verdissimo! Nell’intervista rilasciata a La Presse, Giuseppe Vessicchio racconta che nel suo tempo libero, ora che il Festival di Sanremo si è concluso, si dedicherà ad una delle sue passioni: sperimentare la musica sulle piante, in particolare pomodori e zucchine.

Così risponde il Maestro alla domanda dell’intervistatore a proposito della sua vita privata fuori dal Festival: “Nel tempo libero mi occupo di coltivazione con la musica a Copertino, in Puglia: abbiamo fatto alcune esperienze con coltivatori di pomodori e di zucchine, che grazie alla musica crescono più vigorosi e più velocemente.” E continua: “Siamo riusciti a evitare sostegni di altra natura alla crescita delle piante, infatti grazie alle melodie ci siamo risparmiati tanti altri trattamenti, mentre in Piemonte cominceremo una nuova avventura con il vino. La speranza è che la musica possa avere, oltre a un piacere culturale legato al genere e alla storia, anche un valore empatico che va oltre una mera analisi cognitiva, un valore benefico”.

Insomma, musica che fa bene alle piante. Non ci credete? In realtà Vessicchio continua una sperimentazione intrappresa alcuni anni fa da alcuni produttori di Brunello di Montalcino. Lungo i filari di vite dell’azienda agricola di Val D’Orcia di Carlo Cignozzi risuonano meravigliose melodie: 800 brani di Mozart, trasmessi da autoparlanti sparsi nei suoi 8 ettari di terreno coltivato, che rendono più sane le viti e deliziose le 45mila bottiglie prodotte all’anno. Sembra che le viti allevate a suon di musica classica siano cresciute meglio, siano maturate prima e abbiano prodotto uva più ricca di polifenoli, che attribuiscono più gusto, profumo e corpo al vino.

Ma non si tratta di una semplice valutazione del titolare: sembra che la musica, grazie alle vibrazioni, “disturbi” gli insetti, in particolare i loro rituali sonori di accoppiamento, così che preferiscano spostarsi su piante più “silenziose”. Su questa base ricercatori della Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa hanno compiuto studi di fonobiologia con l’intento di verificare se la musica nei campi coltivati possa trasformarsi in un sistema di difesa non invasiva contro gli insetti dannosi.

Del resto, pensiamoci un attimo: nel loro ambiente naturale le piante vivono tra il fruscio del vento, il gorgogliare dell’acqua o il silenzioso stormire delle fronde in una foresta, elementi naturali che si sposano molto meglio con la musica che con il rumore dei motori delle auto e delle macchine…