L’idea dell’architetto Renzo Piano di fare un boschetto in Piazza Duomo, lanciata dalle pagine del Corriere della Sera, ha suscitato un forte dibattito. Gli alberi in questione, parte delle 90mila piante della “dote Abbado“, andrebbero piantati sul lato della piazza verso palazzo Carminati, fino al Castello Sforzesco, altri anche in Via Dante e Piazza Cordusio. Il pensiero è bello ma voci illustri si sono alzate per criticare l’ipotesi del grande architetto in nome della storia della piazza, del poco spazio disponibile, della manutenzione che quegli alberi richiederebbero e di quella, decisamente scarsa, di cui godono altre aree verdi degradate della città.
Certo, formulata in questo modo la proposta di Piano, seppur stupenda da immaginare, sembra più una provocazione che un reale progetto. Prima di tutto per limiti imposti dal territorio stesso: pavimentazioni preziose su cui lavorare, pochi spazi liberi e poca o nessuna profondità di scavo a causa della metropolitana. Si potrebbero aggirare questi problemi mettendo le piante in grandi vasconi rialzati, per evitare i precedenti. A disastrosi tentativi di spargere giovani alberelli nei vasi senza manutenzione abbiamo già assistito (e ne abbiamo parlato qui sul blog, ricordate?): ne sono morti moltissimi per mancanza d’acqua quest’estate.
Accesosi il dibattito, profondamente utile in una Milano con cittadini soffocati dal cemento e dalle auto, anche il Comune adesso sembra ripensarci. L’assessore al Decoro e verde urbano, Maurizio Cadeo, frena: “È un luogo delicato, che ha una sua sacralità. Anche i cittadini, la piazza è loro, e la Curia, soggetto che va ascoltato, dovranno dire cosa ne pensano” e comunque “il contributo di questi nomi di grande rilievo della società civile per noi è prezioso, importante — ma le decisioni poi spettano alla politica, che deve ascoltare, raccogliere tutti i contributi e decidere anche in base ai costi”.
Eggià, i soldi mancano sempre per queste cose e si è visto già da subito: è di questi giorni l’annuncio che non ci sono, per esempio, per la realizzazione del primo “raggio verde”, che dovrebbe andare da San Marco alla Martesana. I 5 milioni di euro che servono sono rimandati all’approvazione del prossimo bilancio.
Per approfondire sul Web:
Cosa ne pensa l’architetto Paolo Pejrone
Cosa ne pensa l’architetto Vittorio Gregotti
Cosa ne pensa l’architetto Massimiliano Fuksas
L’articolo di Andrea Dusio su Milanoweb.com