Incentivi per le biomasse? “Blocchiamoli…”

L’industria dei pannelli di legno europea si ferma oggi per due ore per protesta contro il ”furto” della propria materia prima, il truciolato, che va letteralmente ”in fumo” perchè utilizzata dalle centrali a biomasse. Da’ voce al settore il friulano Giovanni Fantoni, presidente dell’omonimo gruppo del legno, che gestisce stabilimenti di produzione di pannelli a Osoppo (Udine), Avellino, in Slovenia e Serbia, con 850 addetti e una produzione di 1,5 milioni di metri cubi di pannelli all’anno. ”Da alcuni anni – ha detto Fantoni, interpellato dall’ANSA – c’é una forte pressione sull’acquisto del legno da parte delle centrali a biomasse. Sulla base di un’interpretazione estensiva della legge, si approvvigionano di legno vergine, che viene triturato e portato in combustione in caldaia. Questa energia, che viene prodotta da quella che per noi è materia prima, è fortemente incentivata attraverso i meccanismi dei certificati verdi, studiati – ha ricordato Fantoni – per sostenere la produzione di energie rinnovabili”.

Fantoni denuncia quello che secondo lui è un paradosso. ”Un conto – ha spiegato – sono gli incentivi per investimenti atti a catturare energie che altrimenti verrebbero disperse, come vento, sole o le maree. Ma tutt’altra cosa, e per di più paradossale, è usare soldi pubblici per una materia prima che è vitale per il nostro settore. Con essa si mantiene la competitività della filiera legno-mobile che in Italia e in Europa sviluppa numeri significativi e occupazione”. I produttori di pannelli in truciolato e di MDF (pannelli a media densità) lamentano un aumento dei prezzi del legno del 40-50%, che comporta anche calo della produzione e difficoltà di reperibilità.

Le proposte delle aziende – che per questo hanno deciso di fermare gli impianti per due ore – sono quelle di bloccare gli incentivi alle biomasse, limitandone la definizione agli scarti dell’agricoltura o alla frazione del lavoro del legno e del bosco, tipo ramaglie o cortecce, ”così come riteniamo – ha puntualizzato Fantoni – fosse nelle intenzioni originarie del legislatore. Aggiungo che in Italia esistono già molti esempi dove, una volta cessato l’incentivo, le centrali sono state chiuse o ne è stata chiesta la riconversione per bruciare rifiuti. L’efficienza termica del sistema legno non è superiore al 23-24%, per cui la gran parte di ciò che viene bruciato va a “scaldare il mondo” – ha concluso – e non produce energia”