Oleandro? Una tipica pianta… milanese

La periferia milanese si sta lentamente vestendo di fiori, in particolare di oleandri lungo le strade. L’oleandro (Nerium oleander) è uno dei pochi arbusti con una fioritura esuberante che inizia ora e continua per tutta la stagione calda. Non ha grossi problemi di parassiti, è robustissimo, sempreverde e si ammala raramente. Forse per queste sue caratteristiche di “bassa manutenzione” si comincia a vederne parecchi anche in luoghi ove non ci si aspetterebbe di trovarli. Nella provincia a sud di Milano ormai sta diventando l’arbusto preferito per le siepi o aiuole spartitraffico: veder nascere questi filari fioriti sicuramente cambia di parecchio, e in meglio, l’aspetto delle nostre strade e delle periferie, ingentilendo il panorama nelle zone fuori dalle grandi città e rivestendo di fiori il cemento che circonda le nostre case.

La “scalata” dell’oleandro alle città del nord Italia in realtà è iniziata nei giardini anni fa e questa pianta, che associamo immediatamente con la calda riviera, si è invece piano piano adattata sempre più a condizioni di clima assai diverse. Certo, non sempre riesce a superare indenne lunghi e gelati inverni padani pieni di neve: qualche ramo si secca, qualche punta si congela. Ma con una bella potatura di pulizia a primavera, presto la pianta riprende vigore come se non avesse mai subito danni. E con gli anni acquista dimensioni notevoli.

E mettere piante lungo le strade è sicuramente un modo per combattere lo smog e il surriscaldamento estivo, senza parlare dell’effetto decorativo, che aiuta a dare più valore economico alle case anche quando non si trovano in centro. Certo, le piante nuove richiedono apporto idrico, almeno il primo anno, per affrontare bene l’estate e sviluppare al meglio le radici nella loro nuova posizione e ci sarà un minimo di manutenzione negli anni seguenti, ma di sicuro è più quello che danno, di quello che prendono. E certo riuscire a rendere belle superstrade e autostrade tutto l’anno non è proprio da tutti, quindi… benvenuto in periferia, caro oleandro metropolitano!