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Hoya crassifolia di cera
Pensare al Museo delle Cere fa venire in mente personaggi della storia e dello spettacolo. Invece esiste un museo delle cere molto speciale dove le protagoniste sono …vegetali: la Collezione Lorenese. Raggruppa riproduzioni in cera a grandezza naturale di quasi 200 specie di piante in vaso e frutti a grandezza naturale, oltre a 37 tavole di legno illustranti l’anatomia e la fisiologia vegetali. Le cere, riprodotte nei più piccoli dettagli e realizzate tra il XVIII e XIX secolo, sono uniche al mondo e hanno un grande valore artistico e storico. La Collezione Lorenese necessita ora però di un sostegno economico…
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Strelitzia reginae di cera
Gli artisti che hanno dato vita alla Collezione Lorenese, detti “ceroplasti”, copiavano le loro “modelle” dal vero, con la collaborazione di diversi scienziati – anatomisti, fisiologi e botanici e addirittura microscopisti – per poter dare la massima precisione ai soggetti. Ogni pianta riprodotta ha uno scheletro di metallo, di rame o argento, sul quale sono modellati fusto, foglie e fiori: le sfumature di colore venivano aggiunte a lavoro ultimato. Ma anche alcune parti della pianta vera venivano “trapiantate” sull’opera in cera: per esempio gli aculei, realissimi! La bellezza dell’opera era quindi parte integrante, a quel tempo, della raffigurazione scientifica: lungi dall’essere fredde e distanti, queste piante di cera sono dotate di vaso di porcellana Ginori Doccia e terra autentici.
Normalmente le preziose e delicate cere sono custodite nella Sezione Botanica del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, ma un appello che le riguarda verranno presentato in occasione di Yacht & Garden, mostra-mercato di piante (con particolare riguardo a quelle mediterranee) che si terrà sabato 21 e domenica 22 maggio 2011, dalle 10 del mattino alle 19 di sera, a Marina Genova Aeroporto. Perché un appello, vi chiederete voi?
Perché la Collezione Lorenese ha bisogno di fondi: le sculture, fragili e annose, hanno bisogno di restauro. Se ne occuperà l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, ma si cercano contributi. Per chi volesse dare una mano ecco gli estremi bancari: Opificio delle Pietre Dure – IBAN: IT23 P057 2802 8014 4857 0268 865 – BANCA POPOLARE DI VICENZA – Causale “Restauro Cere Botaniche Lorenesi”.