Un milione di euro da Fondazione Cariplo per restaurare le serre di Villa Litta

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“Egregio Sindaco, ho il piacere di comunicarLe che, in relazione alla richiesta presentata, la Fondazione Cariplo ha deliberato di concedere a codesto Ente un contributo di euro 1.000.000,00 per i lavori di risanamento conservativo e rifunzionalizzazione delle ‘serre delle orchidee’ nel parco storico di Villa Visconti Borromeo Litta. Con l’occasione porgo i migliori saluti” – Avv. Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo. Con queste parole Fondazione Cariplo nei giorni scorsi ha annunciato all’Amministrazione comunale di Lainate lo stanziamento di ben un milione di euro per recuperare e riqualificare le antiche serre Liberty di Villa Visconti Borromeo Litta. Un finanziamento davvero consistente che permetterà di proseguire l’articolato piano di recupero del complesso monumentale, da molti definito una piccola “Versailles alle porte di Milano”.

Da tempo il sogno giaceva nel cassetto e nelle ambizioni di tutti coloro che amano la storica Villa. Ma, in tempo di tagli, i costi proibitivi (in totale circa un milione e mezzo di euro), per un restauro e risanamento degli splendidi spazi che all’inizio dell’Ottocento erano destinati a diversi tipi di coltura, avevano indotto la Giunta a congelare temporaneamente l’intervento. Non certo la caparbietà e la ricerca di possibili investitori.

“E’ stato valutato innanzitutto il progetto complessivo di intervento che ha interessato la nostra Villa – spiega il Sindaco Alberto Landonio – Apprezzata l’attenzione che abbiamo concentrato, soprattutto negli ultimi anni, alla riqualificazione del parco storico che dopo il ripristino della galleria dei carpini più lunga d’Europa e del patrimonio vegetale, ha coinvolto anche il restauro della fontana del Tritone e degli antichi viali. Mancava però ancora un tassello importante: il risanamento conservativo delle serre delle orchidee,in stile liberty, oggi chiuse al pubblico per motivi di sicurezza a causa del profondo degrado in cui versano”. Obiettivo del nuovo intervento sarà quello di evitare l’ulteriore deterioramento e restituirne la fruibilità ad un pubblico sempre più vasto. Sarà mantenuta, secondo il progetto, una destinazione d’uso principalmente culturale dell’area (uno spazio polifunzionale per mostre, eventi, laboratori culturali), con la possibilità che una delle due serre torni alla destinazione originale, ovvero alla coltivazione delle orchidee.

“E’ stato riconosciuto da Fondazione Cariplo un impegno costante e una forte determinazione a investire in cultura come motore di attrazione per l’intera città – aggiunge il Sindaco – Dal momento che Expo 2015 potrà suggellare definitivamente la valorizzazione del complesso monumentale di Villa Litta, ci siamo impegnati infatti in un’ulteriore serie di progetti per portare a conclusione l’ambizioso programma di completo recupero del bene (la sistemazione del cortile nobile di accesso alla Villa attualmente in corso, oltre a interventi di manutenzione programmata del bene) all’interno del quale il progetto di risanamento e di rifunzionalizzazione delle serre delle orchidee acquista una importanza decisiva sia per il loro valore storico artistico, sia per l’utilizzo in vista di una manifestazione di interesse mondiale. Quest’area di pregio diventerà spazio integrante delle visite guidate che ogni anno accolgono oltre 25mila visitatori”.

LE SERRE NELLA STORIA
Nell’Ottocento qui si coltivavano anche gli ananas! Fin dalla prima metà del XVIII secolo, all’interno del Parco di Villa Visconti Borromeo Litta, si riscontra, un complesso sistema di serre fredde e calde, destinate a diversi tipi di coltura. Ma solo all’inizio del XIX secolo la costruzione delle serre si completa: erano un elemento di arredo, ma anche uno spazio per arricchire e sostituire stagionalmente la vegetazione presente. Nei primi decenni dell’800 esistevano nel parco di Villa Visconti Borromeo Litta almeno dieci edifici a serra: c’erano serre per camelie, serre mobili e fisse per limoni e cedri, serre per ananas, serre calde e tiepide per accogliere specie tropicali. La fragilità delle strutture e le guerre hanno fatto sì che oggi rimangano solo alcune tracce del grande sistema di edifici per le coltivazioni coperte. Sono sopravvissute le due ‘Orangeries’ in muratura di mattoni ed arcate vetrate, presenti nella parte nord del parco (una delle quali oggi utilizzata come bookshop della Villa) e, nell’area ovest del parco, davanti alla fontana del Tritone le grandi serre angolari e curvilinee in ferro e vetro in Stile Liberty, oggetto del piano di restauro.