A dirigere l’orchestra del Festival sanremese stavolta lui, Beppe Vessicchio, non c’era. Ed è mancato tanto, così tanto che ieri c’era un hashtag apposta per lui, che ipotizzava cosa stesse facendo il Maestro durante la diretta della kermesse musicale. Già, la macchina del Festival più italiano che c’è è partita ieri, ma #intantovessicchio… che faceva? Probabilmente, ipotizza Fiori&Foglie :D, stava scegliendo quale melodia diffonderà nei campi questa primavera. E non è uno scherzo. Ormai da qualche tempo Beppe Vessicchio sta sperimentando gli effetti della musica sulla crescita degli ortaggi. E dal 2 febbraio è uscito “La musica fa crescere i pomodori”, il libro che racconta questa esperienza, unita a racconti e incontri di vita.
Il Maestro, ospite da Fazio a “Che tempo che fa” poche settimane fa, ha spiegato che l’esperimento dimostra che la musica ha un potere terapeutico sugli esseri viventi. Dopo aver letto che le vacche del Wisconsin producevano più latte se della musica sinfonica veniva diffusa nelle stalle, Vessicchio decise di provare con l’agricoltura. Avendo un oliveto, ha usato Mozart nelle serre e ha così verificato con sensori nel terreno che le piante assorbono meno acqua quando “ascoltano” musica.
E Vessicchio, “animale mitologico metà uomo metà orchestra” come si è scherzosamente definito, racconta: “Non è uno scherzo. Il titolo viene da un esperimento che sto facendo in collaborazione con degli istituti di ricerca scientifica. Dopo 2 anni di esperimenti quest’anno abbiamo 10 aziende agricole in Salento che ci seguono. Abbiamo colture di pomodori, fragole e zucchine che crescono con acqua, sole, musica e frequenze al suolo. Gli esperimenti che ho condotto a casa mia dimostrano che con Mozart la pianta mostra segnali. E, con mio massimo dispiacere visto che l’ho studiato a fondo, ho notato che Beethoven non funziona. La musica che ha un influsso sulla crescita delle piante è un tipo di polifonia non identificabile con un periodo storico, uno strumento o una corrente”.
E la conferma arriva dal ricercatore Stefano Mancuso, direttore del Dipartimento di Neurofisiologia vegetale dell’Università di Firenze, anche lui ospite del salotto di Rai3. Lo scienziato ha certificato che le piante reagiscono alle frequenze, dimostrando che le radici del mais reagiscono se sottoposte ad un suono di 200 hertz. Nelle vigne questo sistema viene utilizzato da tempo su vini nobili come Montalcino e Bordeaux. Le piante non possono muoversi, evidenzia Mancuso – per questo sono estremamente sensibili. Del resto, “dopo un’evoluzione di 600 milioni di anni sulla Terra, non avrebbe senso che le il mondo vegetale trascurasse una fonte di informazioni così importante come i suoni”.
In realtà a dispetto dell’hashtag, il Maestro Vessicchio a Sanremo ci sarà, proprio per presentare il suo libro “La musica fa crescere i pomodori”.