Al via la prima centrale bioelettrica che crea energia dal letame

E’ stato inaugurato in questi giorni a Vignolo il primo impianto bioelettrico. Creato dalla Marcopolo Environmental Group, società di Cuneo specializzata nella produzione di bioenergia, l’impianto, addetto allo smaltimento di rifiuti generati dall’allevamento animale, prevede il totale abbattimento delle componenti inquinanti nei reflui, trasformati in energia rinnovabile o trattati microbiologicamente per diventare humus “Anenzy”, un ricco ammendante organico naturale.

L’impianto di Vignolo tratta 30.000 ton/anno di letame e liquame bovino e pollina, con un recupero di 8.200 m3/d di biogas. Al termine della lavorazione, il biogas depurato produrrà energia pari a 7.000MWh/anno, che alimenterà 2.500 famiglie, evitando la dispersione nell’atmosfera di 3.500 ton CO2/anno. Dopo quello di Vignolo, sono previsti altri 20 stabilimenti che verranno realizzati in Italia nell’arco dei prossimi cinque anni.

Un terrazzo-giardino per i malati

In questi giorni è stato inaugurato un giardino molto speciale. Prima di tutto perché non si trova a piano terra ma su un terrazzo al nono piano di un palazzo. E poi perché è uno spazio destinato a pazienti e visitatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Un anno di lavori per creare un angolo di verde, una piccola oasi sopraelevata, dove riprendere contatto con la natura e i suoi colori. Progetti come questi sono vitali perché sono segno che si comincia a considerare come importante l’aspetto della qualità di vita del malato, di cui è necessario prendersi cura rendendo meno disagevole la degenza e i ricoveri richiesti dal decorso della malattia. Il terrazzo-giardino, dedicato alla memoria di Leopoldo Pirelli, è stato creato grazie al contributo della famiglia Pirelli, all’attività dell’Associazione Marco Semenza, oltre che al sostegno del Rotary Milano Castello e del prof. Giulio Senes della Facoltà di Agraria dell’Università Statale.

Anche il Sud diventa “solare”

Presto nella provincia di Bari le scuole superiori pugliesi andranno con il sole. Il fotovoltaico insomma continua la sua marcia inarrestabile, mostrandosi sempre più come un motore per l’ecologia che ha i numeri per diventare industria. La corsa ai pannelli è in attivo nel nostro paese, dà lavoro e nello stesso tempo fa qualcosa che poche altre attività possono vantare: migliora la qualità dell’ambiente in cui viviamo. E quale miglior candidato della nostra Italia, con una netta predilezione per i luoghi dove il sole abbonda, come il Sud del Belpaese? Sopra ogni casa, ogni tetto, il solare dovrebbe dominare, come del resto succede già da tempo in Grecia con gli impianti termici.

Ed ecco che anche la Puglia si mette in moto: nei giorni scorsi la Provincia di Bari ha stipulato un contratto da 17,7 milioni di euro con Cofely, azienda del gruppo GDF SUEZ specializzata in soluzioni per l’efficienza energetica. Gli 80 impianti fotovoltaici previsti, il cui costo verrà ammortizzato tramite un canone semestrale della durata di 18 anni, verranno realizzati a settembre del 2010 sui tetti delle scuole di 28 comuni della provincia pugliese. Con una potenza totale di circa 2,3 MWp, i pannelli fotovoltaici permetteranno alla Provincia di Bari di ridurre la bolletta energetica di 3.850 Mwh e le emissioni inquinanti di CO2 di circa 1.500 t/anno.