Se ne vedono ancora, in provincia, tra i campi o isolati vicino a vecchie aziende agricole: sono i gelsi, splendidi testimoni di un passato in cui se ne piantavano tanti, in Italia, per allevare il baco da seta. Adesso sono le sue more ad ingolosirci ma allora erano coltivati per il baco. Erano vita, allora, lui e il il suo prezioso filo…
Perché il baco da seta adora i gelsi (basta dare un’occhiata a questo video), soprattutto quelli bianchi (Morus alba). Il baco non è nient’altro che il bruco di una falena di nome Bombyx mori. Una volta deposte le uova, nascono i bruchi che si nutrono di foglie per poi costruirsi il bozzolo e trasformarsi in farfalla. Il bozzolo viene creato in 2 o 3 giorni ed è composto da un filo unico che può essere lungo quasi un chilometro, tessuto con la bocca in moltissimi strati, con un lavoro e una tenacia che si possono solo ammirare…
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Ora la bachicoltura non si fa più, ma alcuni alberi si sono salvati e farebbero la gioia di tanti bambini, se solo sapessero quanto è golosa una mora di gelso. I frutti dei gelsi, in particolare di quello nero (Morus nigra), più zuccherino di quello bianco, sono una vera delizia da assaggiare almeno una volta nella vita. Ci si prepara una deliziosa grappa (la ricetta la trovate su Pronto in Tavola). E considerata l’abbondanza con cui questi alberi generosi ne producono, raccoglierle dagli alberi non crea torto a nessuno. Anzi, è tale la loro quantità, che dopo alcuni anni di torte e marmellate, molti proprietari le lasciano alla natura, con gran gioia degli uccelli. I gelsi fruttificano in questo periodo, quest’anno forse un filo in ritardo sui tempi a causa delle giornate fredde fuori programma. E chi le assaggia, a volte non resiste a portarsi via un pezzetto di ramo per farne una talea e crescere questo bell’albero nel proprio giardino.
Abbiamo chiesto a due esperti paesaggisti, Giovanni Poletti ed Elisabetta Pozzetti, che cosa comporta avere vicino a casa un albero di gelso e ci hanno svelato pro e contro.
Il gelso, ci hanno detto, è un albero esteticamente molto attraente: cresce veloce e forma una chioma bassa e larga piuttosto ombrosa, piacevole perché non buia e fresca: le foglie infatti fanno passare la luce. Ci consigliano di piantare il nostro alberello ad almeno 5 metri da casa, per evitare che il robusto apparato radicale possa creare problemi, tenendo conto che la pianta adulta, se non potata (come si faceva per l’allevamento del baco), arriverà ad almeno 10-12 metri agilmente in pochi anni. Di recente si sta ricominciando a piantare gelsi, parte del nostro antico paesaggio dove delimitavano i campi coltivati ma, diversamente dal passato, lo si sta utilizzando anche in città. In questo caso bisogna solo prestare attenzione a farlo crescere in aree libere, dove la larghezza della chioma non infastidisca (evitando dunque i filari), e utilizzare specie sterili (“Fruitless”). Sulle strade pubbliche infatti è consigliabile, ci dicono, evitare la produzione delle more che, create sempre in grande quantità, macchiano indelebilmente tutto quello che toccano!