Il mondo senza fiori? Un deserto

Un mondo senza fiori sarebbe sicuramente più triste ma, mette in risalto un recente studio, anche più arido. Secondo quanto pubblicato dalla rivista Proceedings of the Royal Society, se si eliminassero le piante che producono fiori, molte delle zone umide, a partire dall’Amazzonia, sarebbero ridotte fino all’80%. ”I fiori hanno una densità di capillari molto più alta del resto della pianta – spiega Kevin Boyce, uno degli autori dello studio – questo li rende gli attori principali della traspirazione, processo attraverso cui l’acqua del terreno viene reimmessa in atmosfera dalla pianta sotto forma di vapore acqueo. Tutto il processo che ‘ricicla’ l’acqua dipende dalla traspirazione, che sarebbe molto minore in assenza dei fiori”.
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A Parigi le fontanelle avranno l’acqua gasata

Presto i parigini potranno servirsi di acqua minerale gassata dalle fontanelle pubbliche. Si inizia con l’istallazione di una fontanella d’acqua minerale gassata nel giardino di Reuilly che sarà pronta a settembre, si legge sul quotidiano “Le Parisien”. La fontanella, che avrà anche dei rubinetti per l’acqua semplice e per quella a temperatura ambiente, installata dalla ‘Eau de Paris’, la società comunale per le acque della capitale francese, sarà totalmente gratuita e accessibile nelle ore di apertura del parco. La società ha dichiarato che entro il 2011 vorrebbe portare l’acqua gassata negli appartamenti.

Arrivano le patate “riciclate”

Le hanno chiamate “Riciclelle”: sono normalissime patate, coltivate però con l’impiego di compost derivato dall’umido della raccolta differenziata delle famiglie.  Cia-Confederazione italiana agricoltori e l’Università di Salerno, con il sostegno del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, hanno esteso con successo la sperimentazione già affermata anche su alcune varietà di insalata. Gli esperti della Cia spiegano che le patate ottenute sono di grande qualità e gradevole al gusto. Le abbiamo battezzate “Riciclelle” – afferma la Cia –  e sono la dimostrazione che si può fare agricoltura dando un contributo importante all’ambiente e risparmiando. E’ bastato – continua la Cia – recuperare… Continua a leggere


Al via la prima centrale bioelettrica che crea energia dal letame

E’ stato inaugurato in questi giorni a Vignolo il primo impianto bioelettrico. Creato dalla Marcopolo Environmental Group, società di Cuneo specializzata nella produzione di bioenergia, l’impianto, addetto allo smaltimento di rifiuti generati dall’allevamento animale, prevede il totale abbattimento delle componenti inquinanti nei reflui, trasformati in energia rinnovabile o trattati microbiologicamente per diventare humus “Anenzy”, un ricco ammendante organico naturale. L’impianto di Vignolo tratta 30.000 ton/anno di letame e liquame bovino e pollina, con un recupero di 8.200 m3/d di biogas. Al termine della lavorazione, il biogas depurato produrrà energia pari a 7.000MWh/anno, che alimenterà 2.500 famiglie, evitando la dispersione nell’atmosfera di 3.500 ton CO2/anno.… Continua a leggere


Anche il Sud diventa “solare”

Presto nella provincia di Bari le scuole superiori pugliesi andranno con il sole. Il fotovoltaico insomma continua la sua marcia inarrestabile, mostrandosi sempre più come un motore per l’ecologia che ha i numeri per diventare industria. La corsa ai pannelli è in attivo nel nostro paese, dà lavoro e nello stesso tempo fa qualcosa che poche altre attività possono vantare: migliora la qualità dell’ambiente in cui viviamo. E quale miglior candidato della nostra Italia, con una netta predilezione per i luoghi dove il sole abbonda, come il Sud del Belpaese? Sopra ogni casa, ogni tetto, il solare dovrebbe dominare, come… Continua a leggere


Il vivaismo è ecologicamente “sostenibile”?

Ultimamente si fa un gran parlare di ecologia: per la prima volta forse stiamo realmente guardando le attività produttive per l’uomo non solo in termini di quello che danno, ma anche  di quello che potenzialmente tolgono all’ambiente. L’impatto di un’industria sull’ecosistema che la circonda insomma ci interessa e valutare questo ci aiuta a capire cosa possiamo fare per migliorarlo. Andando a visitare i grandi vivai produttori della provincia di Pistoia in occasione del convegno “Vestire il paesaggio” di questi giorni, abbiamo avuto l’opportunità di parlare di questo con i vivaisti stessi. E alcune informazioni in questo senso sono veramente sorprendenti. Continua a leggere