2018: il Bosco Verticale di Stefano Boeri parla cinese

Per la Milano del futuro propone radure – spazi verdi contornati da alberi, un prato immenso nello Scalo Farini e un fiume verde che colleghi aree verdi tra i terminali ferroviari dismessi: tra tutto questo ed altro, l’architetto Boeri ha in mente di realizzare 1 milione di metri quadri di verde urbano in più. E sostiene la grande Milano per la candidatura alle Olimpiadi del 2028. Ma molto prima, nel 2018, dall’altra parte del mondo, in Cina, sorgeranno, dopo quelli di Losanna, altri due gemelli del suo premiatissimo Bosco Verticale: le torri verdi di Nanchino.  Continua a leggere



Ma in soldoni quanto valgono per le nostre tasche alberi piante e fiori?

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Sì certo, l’ambiente è importante. Sì, certo, le piante sono belle. Ma quali sono i vantaggi concreti che ci portano? E quanto incidono sulle nostre tasche? E di quante persone, aziende, e business stiamo parlando quando nominiamo piante e fiori all’interno del sistema economico del nostro paese? Se è vero come è vero che New York ha fatto due conti e si è accorta che i suoi alberi a Central Park donano alla città ben 120 milioni di dollari all’anno a fronte dei 22 milioni che occorrono per la loro manutenzione, possiamo ben parlare di profitto a dir poco tangibile. E il mondo si sta accorgendo di quanto le piante siano vitali a livello economico per tutti i nostri paesi. E’ il tema di due convegni di questi giorni: in partenza oggi “Habitat III”, la conferenza dell’Onu a Quito in Ecuador, e in Italia, “Il Valore del Verde”, al via lunedì prossimo, 24 ottobre, a Milano. Continua a leggere



Brutto tempo? In città servono i giardini della pioggia

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Strade che si trasformano in ruscelli, scoli e tombini intasati dalla troppa acqua, prati talmente bagnati da diventare piccole paludi. La città non reagisce bene agli eccessi di acqua piovana che si sono fatti più frequenti negli ultimi anni anche alle nostre latitudini. Le piante però possono fornire una soluzione, esteticamente gradevole e soprattutto efficiente, grazie ai cosiddetti “rain gardens” ovvero giardini della pioggia. Si tratta di aiuole create in leggeri avvallamenti il cui il substrato è costituito in gran parte da materiale fortemente drenante come la ghiaia, che viene popolato di piante a bassissima manutenzione. L’acqua scorre all’interno dell’area verde e viene filtrata, ripulendosi da gran parte degli inquinanti raccolti dai tetti e dalle superfici solide, per poi scorrere via in profondità verso la falda. Continua a leggere



Arriva Plantoid, la prima pianta-robot

 

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Quando si parla di robot, è istintivo pensare a quei congegni che prendono a modello la figura umana o al limite alle macchine industriali: da adesso invece, grazie al progetto innovativo Made in Italy presentato ad Expo dalla regione Liguria, potremo pensare anche alle piante-robot come “Plantoid“. Frutto del lavoro di ricerca dell’Istituto Italiano Tecnologia di Genova, Plantoid è un robot che si presenta come un tronco d’albero dotato di radici super hi-tech. Continua a leggere



Sui palazzi le piante “mangiano” il 30% dello smog delle città

Che le piante siano la chiave per aumentare la qualità di vita di chi vive in città l’abbiamo detto tante volte. Ma dalla agenzie arriva la conferma, dati alla mano, di questa verità spesso trascurata. Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Science and Technology afferma che “a livello stradale l’inquinamento potrebbe essere ridotto sino al 30% grazie all’azione depuratrice delle piante che assorbono biossido di azoto e particolato”. Sarebbe dunque auspicabile coprire le pareti dei palazzi di piante per ridurre l’inquinamento. Continua a leggere



Orti a Milano, stasera appuntamento con il Lunedì sostenibile

Stasera all’incontro del “Lunedì sostenibile”, il tema sarà molto interessante per chi vive in città e vuole coltivare ortaggi. Si cercherà infatti di rispondere alla domanda: “E’ pericoloso coltivare degli orti in suolo milanese?”

Dal comunicato: “Milano sta vivendo un doppio tragico paradosso:  terreno agricolo periurbano di ottima qualità che viene cementificato mentre il terreno delle aree del centro urbano, che i cittadini vorrebbero coltivare, è presumibilmente inquinato da metalli pesanti e residui industriali e il Comune non ha alcun progetto di bonifica.” Continua a leggere



Le piante mangia-metalli

Risanare i terreni inquinati da metalli pesanti coltivando particolari piante: è questa la nuova frontiera delle tecniche di riqualificazione ambientale. Studi recenti hanno dimostrato l’efficacia della fitodecontaminazione, mediante cui girasoli, mais e brassicacee (piante della famiglia dei cavoli) possono essere impiegate come sistemi di disinquinamento.

“Elevate concentrazioni di metalli in forma diffusa e parcellizzata quali polveri, microparticelle presenti nell’aria, nel suolo e nelle acque” – ha spiegato Franco Gambale, direttore dell’Istituto di biofisica (Ibf) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Genova – sul notiziario del Cnr – possono avere gravi conseguenze sulla salute umana e tra i metalli pesanti il piombo è l’elemento più diffuso. Le tecniche utilizzate fino a oggi, con elementi chimici, hanno limiti oggettivi sia per i costi di bonifica delle aree interessate, sia per gli effetti successivi al trattamento: perdita della fertilità e altre gravi alterazioni di natura chimica, fisica e biologica, tali che le aree inquinate rimangono inutilizzate per decine di anni”. Continua a leggere